In Italia, i virus influenzali circolano soprattutto nel periodo invernale. L'infezione si trasmette per contagio interumano mediante inalazione del virus attraverso le secrezioni respiratorie provenienti da soggetti infetti.
L'influenza si manifesta con sintomi generali e respiratori quali febbre elevata,
che si manifesta bruscamente, accompagnata da brividi, dolori ossei e
muscolari, mal di testa, grave malessere generale, mal di gola, raffreddore
e tosse non catarrale. Negli anziani (oltre i
75 anni d'età) la febbre rimane bassa, l'insorgenza dei disturbi è graduale
e comporta soprattutto debolezza, dolori articolari e stato confusionale. La
diagnosi di influenza si basa comunemente sui sintomi clinici ma la certezza
può essere raggiunta solo con l'isolamento del virus influenzale che, però,
non viene effettuata se non nell'ambito di studi scientifici.
L’infezione del
virus influenzale avviene inizialmente a carico di alcune cellule del tratto
respiratorio (faringe, laringe, trachea, bronchi), dove il virus si riproduce
in 4-6 ore. Dopo questo breve periodo, l’infezione si diffonde più ampiamente
durante il successivo periodo di “incubazione”, che può essere compreso tra 18
e 72 ore, in relazione alla quantità di virus infettante e alla capacità di
difesa dell’organismo (reazioni anticorpali del sistema immunitario).
All’influenza sono associate serie complicanze, qualora si verifichino
superinfezioni batteriche. Essa, inoltre, è responsabile di un eccesso di
mortalità nelle categorie di soggetti maggiormente a rischio, come ad esempio
negli anziani o nei soggetti in cui erano già preesistenti condizioni
patologiche predisponenti.
Generalmente la sindrome influenzale è benigna e autolimitante soprattutto negli adulti; la più importante complicanza che si osserva è la broncopolmonite batterica secondaria, mentre la più rara è la polmonite promaria da virus influenzale, che si manifesta in soggetti affetti da patologie cardiorespiratorie croniche.
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